Rischio nutrizionale valutazione, gestione, consigli per l'alimentazione, esercizio fisico |
Position statement su "Uso di sale iodato in età adulta e
in età pediatrica".
Anoressia dell’età senile
Malgrado
l’elevata prevalenza del sovrappeso, il principale problema
nutrizionale nell’anziano è rappresentato dalla malnutrizione per
difetto spesso secondaria a riduzione dell’introito alimentare ed alla
perdita di motivazione all’assunzione di cibo.
Ciò fa pensare alla
presenza nell’età senile di problemi correlati alla regolazione del
bilancio energetico ed al controllo del senso della famee della
sazietà. Un ridotto introito energetico, in grado di provocare una
significativa perdita ponderale, può anche essere secondario a fattori
fisici, più o meno fisiologici, sociali, comportamentali, clinici, o al
combinarsi di tutti questi elementi.
Una limitazione nell’assunzione di cibo può essere dovuta a:
Anche
se una riduzione dell’introito alimentare è quasi sempre una
manifestazione fisiologica di un invecchiamento “sano”, essa può
predisporre agli effetti anoressizzanti degli eventi psicologici,
sociali e clinici sopra citati ed alla conseguente comparsa di uno
stato di malnutrizione.
Questa può,a sua volta, condizionare
negativamente la comparsa e l’evoluzione di patologie croniche ad
elevata prevalenza in età geriatrica. La malnutrizione
calorico-proteica è infatti associata a ridotta efficienza muscolare,
perdita della massa ossea, ridotta immunocompetenza, anemia, declino
delle funzioni cognitive, ritardata riparazione di ferite chirurgiche e
lesioni da decubito, difficoltà nel recupero funzionale dopo interventi
chirurgici e, in definitiva, ad aumentata morbilità e mortalità.
Una sempre più completa conoscenza dei fattori che contribuiscono ad
una ridotta alimentazione dell’anziano possono consentire di sviluppare
strategie preventive e di trattamento in grado di migliorare lo stato
di salute della popolazione in età geriatrica riducendo il rischio di
comparsa di un quadro di malnutrizione. In quest’ottica grande validità
può assumere l’utilizzo di alimenti funzionali (con caratteristiche
nutrizionali particolari relativamente alla densità energetica, alla
concentrazione o alla biodisponibilità di nutrienti), di nucleotidi, di
sostanze in grado di incrementare la percezione sensoriale di gusto ed
olfatto, …
1. L.M. Donini,C Savina, C Cannella: Eating and appetite control in the Elderly. Relazione
presentata allo “European and Mediterranean Regional Meeting”
dellaInternational Psychogeriatric Association (Roma, 17-20 aprile
2002) volume degli atti pag. 18
2. L.M. Donini, C. Savina, C. Cannella: Eating habitus and appetite control in the elderly: the anorexia of aging. International Psychogeriatrics 2003, 15, 1, 73-87
3. LM Donini, C Savina, C Coletti, B Valerii, E Castellaneta, MR De Felice, L De Bernardini: The role of the Anorexia of Aging on clinical outcome and rehabilitation program results. Comunicazione
al Simposio “Food and Nutrition in the Elderly” – Nemi (RM) 1° Ottobre
2003. J Nutr Health & Aging 2003, 7, 6, 391
4. C Savina, LM Donini, C Cannella: Anorexia of Aging.In “New Developments in Eating Disorders” PI Swain Ed. Nova Science Publisher, New York, 2006 pag 135-148
5. C Savina, LM Donini, C Cannella: Changes in food intake in the elderly. AgroFood Industry hi-tech 2006, 17, 3
6. Savina C, Donini LM, Cannella C: The anorexia of Aging. International Conference “Foods for the Elderly” Amsterdam, 26-27 gennaio 2006 -Volume degli atti p 26
7. Donini LM, Savina C, Piredda M, Cucinotta D, Fiorito A, Inelmen EM, Sergi G,Dominguez LJ, Barbagallo M, Cannella C: Senile anorexia in acute-ward and rehabilitation settings. J Nutr Health Aging (in stampa)
Il Morbo Celiaco nell’anziano
Il
morbo celiaco (MC) è un’affezione di natura multifattoriale, ovvero
dovuta alla interazione tra il glutine assunto con gli alimenti ed una
predisposizione genetica, con conseguente “scatenamento” di un’ abnorme
risposta immunitaria che porta ad una atrofia dei villi intestinali.
Questa caratteristica, ma non specifica lesione intestinale è
responsabile delle variabili presentazioni cliniche e della severa
sindrome da malassorbimento.
Tramite l’utilizzo di nuovi strumenti
diagnostici più specifici, si è osservato un incremento evidente di
questa patologia.
Poco chiara è la situazione per le forme silenti, latenti e potenziali
che possono esordire in età avanzata. Nell’adulto la diagnosi è più
difficile e complessa per la presenza di sintomi di esordio molto
variabili e poco specifici.
Spesso sono assenti proprio i disturbi gastroenterici indicativi di una
patologia intestinale. Un’altra difficoltà deriva dalla presenza di
complicanze che provoca un’esposizione prolungata al glutine.
Il sintomo extraintestinale più comune e più frequente è una storia di
anemia (spesso isolata e generalmente datata da anni), o per deficienza
di Fe o per deficienza di Vit. B12 e Folati. In alcuni casi si può
presentare una combinazione di entrambe le deficienze.
In più bisogna considerare che il MC nell’adulto comprende:
Per
questi motivi il MC nell’adulto è stato meno studiato e meno conosciuto
di quello nell’infanzia e si è ritenuto che fosse meno frequente e meno
diffuso di quanto in realtà esso sia.
Il ritardo della diagnosi
costituisce un problema significativo in una condizione patologica con
un tasso di mortalità che è il doppio di quello che si riscontra nella
popolazione generale; ma che tuttavia è curabile e può essere
diagnostica sulla base di test semplici e affidabili.
Scopo dello studio:
Materiali e metodi: sono
stati arruolati tutti i pazienti ricoverati presso la Riabilitazione
Geriatrica della Casa di Cura Villa delle Querce dal 1° gennaio al 31
marzo 2004: 47 uomini (71.5±14 anni) e 54 donne (74.3±13 anni). In
questi soggetti sono stati effettuate al momento del ricovero:
valutazione clinica e del livello di comorbilità, anamnesi patologica
remota, valutazioni ematochimiche (emocromo, sideremia, ferritinemia,
vit B12, folati, albuminemia, transferrinemia,PCR, mucoproteine,
funzionalità tiroidea ed epatica) ed antropometriche (plica tricipitale
e circonferenza dei muscoli del braccio)
Sono stati dosati i marker
per il morbo celiaco (TTGA, AGA Iga ed IgG, EMA) ed in caso di
positività è stata effettuata una esofagogastroduodenoscopia con
prelievo bioptico della prima porzione del duodeno.
Risultati:
una positività ai marker per MC è risultata in 20 soggetti (20%)
(elevati livelli di TTGA in 2 casi, di AGA IgA in 6 casi, a più
anticorpi in 12 casi).E’ stato possibile effettuare la
biopsia di conferma solo in 7 casi (in due casi il prelievo della
biopsia è risultato insufficiente, in un caso è risultata
un’infiammazione cronica a specifica ed in 4 casi una negatività per
MC). Nei rimanenti casi la biopsia non è stata praticata in relazione
alle condizioni cliniche precarie del paziente o al rifiuto dello
stesso (1 caso) a sottoporsi ad EGDS.
I soggetti che hanno presentatopositività ad uno qualsiasi dei marker per MC erano più frequentemente uomini e presentavano
La
positività ai marker per MC non è risultata correlata all’età, alla
presenza di neoplasie o malnutrizione calorico-proteica, a patologie
ematologiche, a deplezione delle riserve di Fe o a bassi livelli di
vitamina B12 o folati, a malattie gastroenteriche,infiammatorie,
respiratorie o renali, ad alterazioni della funzionalità epatica o
tiroidea
La positività ai marker per MC non ha influenzato l’esito
clinico né il recupero funzionale, o l’eventuale comparsa di anemia
Conclusioni:nel nostro campione la positività ai marker del MC è risultata relativamente frequente anche se con una modalità di manifestazione della positività particolarmente variegata.Non abbiamo mai avuto la conferma istologica del dato anche se, per difficoltà oggettive, molto spesso non si è potuto praticare il prelievo bioptico. Malgrado ciò il MC non ha rappresentato, nel nostro campione, un evento di particolare rilievo clinico in età geriatrica.
M Paolini, MR De Felice, C Coletti, A Tagliaccica, F Deon, L Girvasi, A Facciolo, A Botti, R Proietti, B Valerii, L De Bernardini, LM Donini*, C Cannella: Morbo Celiaco in Età Geriatrica. Comunicazione al 49° Congresso Nazionale della Sociteà Italiana di Gerontologia e Geriatria. Firenze 3-7 novembre 2004
Problematiche nutrizionali nel Deterioramento Cognitivo e nel morbo di Parkinson in età geriatrica
E’ possibile individuare, dal punto di vista nutrizionale, fattori di rischio (iperomocistenemia, elevato apporto di acidi grassi saturi, obesità,stress ossidativi) e fattori protettivi (vitamine B12, B6 ed acido folico, acidi grassi polinsaturidella serei n3, restrizione calorica, antiossidanti) nei confronti sia del MP che del DC. La supplementazione con singoli nutrienti non è però efficace né nel prevenire la comparsa delle malattie né nel rallentare la loro progressione . E’ probabilmente necessario che questi nutrienti siano parte di un sano stile di vita in cui altri fattori (nutrizionali e non) interagiscano con loro come avviene nella diaita Mediterranea in cui il termine dieta viene inteso come norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo, ecc.) atte a mantenere lo stato di salute.
Dal punto di vista dello SN, i pazienti affetti da MP o DC sono a rischio di comparsa di malnutrizione per difetto. La strategia d’intervento in questi casi deve prevedere alcuni passaggi indispensabili: valutazione del rischio di malnutrizione, valutazione dello stato di nutrizione, intervento nutrizionale. Per quest’ultimo punto hanno dimostrato una buona efficacia, nella prevenzione e nel trattamento della malnutrizione, il ricorso alla supplementazione orale e gli interventi psicologico-educazionali sul caregiver. Al contrario, il ricorso alla nutrizione artificiale, in particolare nel soggetto affetto da DC, dovrà avvenire dopo attenta valutazione dell’impatto sulla qualità di vita e dei potenziali rischi
1. LM Donini, MR De Felice, C Savina, C Coletti, M Paolini, E Castellaneta, C Cannella: Problematiche nutrizionali nel deterioramento cognitivo e nel morbo di Parkinson in età geriatrica. In
“Aggiornamenti in Nutrizione Clinica – vol 15: Nutrizione Clinica e
Patologie correlate” MG Gentile Editor. Casa Ed Mattioli 1885, Fidenza
2007 – pp 145-158
2. LM Donini, MR De Felice, C Cannella: Nutritional status determinants and cognition in the elderly. Arch Gerontol. Geriatr 2007, Suppl 1, 143-153
Systematic review of nutritional status evaluation and screening tools in the elderly
One
univocal definition for nutritional status (NS) does not exist. One set
of generally accepted standards for assessing the nutritional status
does not exist, either.
The NS assessment is absolutely necessary
because it drives to identify malnutrition which is a potential cause
and or an aggravation of morbidity and mortality. Since malnutrition
shows a high prevalence in the elderly, literature about the validation
of tools exploring single or complex NS parameters in the elderly has
been systematically review.
115 papers, published from January 1st 1990 to July 31st 2003, have
been identified: among them, just 9 complied with the established
quality criteria and were suitable to be systematically reviewed.
Parameters and diagnosis protocols to assess NS used in the selected
papers were not homogeneous.
Two implications arise from this evidence:
respecting a scientific point of view, there is the necessity for calling a consensus conference in order to establish an initial consensus to diagnose malnutrition in the elderly and to promote, therefore, a validation study
Donini LM, Savina C, Rosano A, Cannella C.: Systematic review of nutritional status evaluation and screening tools in the elderly. J Nutr Health Aging. 2007 Sep-Oct;11(5):421-32
Problematiche nutrizionali nel Deterioramento Cognitivo e nel morbo di Parkinson in età geriatrica
E’ possibile individuare, dal punto di vista nutrizionale, fattori di rischio (iperomocistenemia, elevato apporto di acidi grassi saturi, obesità, stress ossidativi) e fattori protettivi (vitamine B12, B6 ed acido folico, acidi grassi polinsaturi della serei n3, restrizione calorica, antiossidanti) nei confronti sia del MP che del DC. La supplementazione con singoli nutrienti non è però efficace né nel prevenire la comparsa delle malattie né nel rallentare la loro progressione . E’ probabilmente necessario che questi nutrienti siano parte di un sano stile di vita in cui altri fattori (nutrizionali e non) interagiscano con loro come avviene nella d i a i t a Mediterranea in cui il termine dieta viene inteso come norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo, ecc.) atte a mantenere lo stato di salute.
Dal punto di vista dello SN, i pazienti affetti da MP o DC sono a rischio di comparsa di malnutrizione per difetto. La strategia d’intervento in questi casi deve prevedere alcuni passaggi indispensabili: valutazione del rischio di malnutrizione, valutazione dello stato di nutrizione, intervento nutrizionale. Per quest’ultimo punto hanno dimostrato una buona efficacia, nella prevenzione e nel trattamento della malnutrizione, il ricorso alla supplementazione orale e gli interventi psicologico-educazionali sul caregiver. Al contrario, il ricorso alla nutrizione artificiale, in particolare nel soggetto affetto da DC, dovrà avvenire dopo attenta valutazione dell’impatto sulla qualità di vita e dei potenziali rischi.
1. LM Donini, MR De Felice, C Savina, C Coletti, M Paolini, E Castellaneta, C Cannella: Problematiche nutrizionali nel deterioramento cognitivo e nel morbo di Parkinson in età geriatrica.
In “Aggiornamenti in Nutrizione Clinica – vol 15: Nutrizione Clinica e
Patologie correlate” MG Gentile Editor. Casa Ed Mattioli 1885, Fidenza
2007 – pp 145-158
2. LM Donini, MR De Felice, C Cannella: Nutritional status determinants and cognition in the elderly. Arch Gerontol. Geriatr 2007, Suppl 1, 143-153
Nutritional Status determinants and cognition in the elderly
It is possible to identify risks or protective factors against dementia. Increased levels of homocysteine (HCY) and vitamin B deficiency, obesity and central adiposity in midlife are independent risk factors for the development of dementia. High dietary intake of antioxidants and ω-3 fatty acids lower the risk of Alzheimer disease (AD). The supplemen-tation with single nutrients, like vitamin B, ω-3-polyunsaturated fatty acids (PUFA) or antioxidants is generally not effective in lowering the risk of dementia or in slowing the progression of the disease. It is probably necessary that these nutrients are part of a healthy diet (with at least five portions of fruit and vegetables per day and one portion of fish per week) during the life where other factors interact with them as it happens in the Mediterranean diet. Nutritional strategies for modifying the clinical course of cognitive failure should consider the use of nutritional screening tools in the multidimensional geriatric evaluation. Moreover, the diet, oral supplementation, caregiver education could be important factors to prevent or treat weight loss and its consequences in AD while the use of artificial nutrition in demented patients may have questionable benefits.
1. LM Donini, MR De Felice, C Savina, C Coletti, M Paolini, E Castellaneta, C Cannella: Problematiche nutrizionali nel deterioramento cognitivo e nel morbo di Parkinson in età geriatrica.
In “Aggiornamenti in Nutrizione Clinica – vol 15: Nutrizione Clinica e
Patologie correlate” MG Gentile Editor. Casa Ed Mattioli 1885, Fidenza
2007 – pp 145-158
2. LM Donini, MR De Felice, C Cannella: Nutritional status determinants and cognition in the elderly. Arch Gerontol. Geriatr 2007, Suppl 1, 143-153
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